sabato 8 novembre 2008

...IN CONTINUO DIVENIRE.


E' incredibile come la mia vita stia cambiando.
Fra passato, presente e futuro... qui non ci sono più certezze.
Lascio alle mie spalle due anni pieni di momenti indimenticabili e di esperienze incredibili.
Consapevole che questo non è un addio, ma solo un arrivederci.
Perché la vita è così: si volta pagina e si va avanti.
Anche quando la strada ti appare lunga, tortuosa e piena d'insidie.

"cercando di afferrare sempre il meglio,
restando come prima, come sempre, pronti al peggio.
Abili e arruolati non si può tornare a casa,
questo è il futuro: DESTINAZIONE IGNOTA".

domenica 3 agosto 2008

IL MANDRILLO DELLA VEDOVA TRIPETTE

Lo spettacolo è un libero adattamento della commedia Vous n’avez rien a declarer? (1906), scritta da Charles-Maurice Hennequin in collaborazione con Pierre Veber, che, fra le numerose commedie proposte dall’autore francese, ci sembrava quella più adatta allo scopo del nostro progetto: esasperare le tematiche e i meccanismi tipici della pochade francese d’inizio ‘900, come l’equivoco, lo scambio di persona e la moltiplicazione dell’intreccio. Il congegno comico presente nella commedia originale, già di per sé funzionale e ben strutturato, è stato qui ulteriormente arricchito integrando il testo con altri riferimenti letterari e interventi da parte degli attori, che hanno dato luogo a uno spettacolo in cui le situazioni paradossali si susseguono secondo una precisa logica, avvalendosi di personaggi che sono all’origine di un movimento scenico a tratti vertiginoso.
Vorrei ringraziare tutti, ma proprio tutti i ragazzi del laboratorio teatrale "Gli Spacciati" per il regalo che mi hanno fatto al termine dello spettacolo.
Ora, la parola d'ordine per il prossimo futuro rimane sempre la stessa, pronunciata però con maggior convinzione: ...che lo show abbia inizio!
Cd

lunedì 14 luglio 2008

PAP! VINCE ALLA 1^ FESTA DEL TEATRO "IL SOLE E L'ALBERO" DI PALIANO (FR)

La versione 3.0 di PAP!, lo spettacolo scritto e interpretato da Daniele Gatti e Claudio Dezi, ha partecipato alla rassegna/concorso "Il Sole e l'Albero" di Paliano (Fr), vincendo entrambi i premi in palio: miglior compagnia in concorso e miglior interprete. Desidero ringraziare di cuore coloro che hanno partecipato direttamente o indirittamente a questo progetto: innanzitutto Damiano Collacchi e Paolo Mandato - amici dentro e fuori dal teatro - che, con la loro performance in maschera, hanno dato più qualità allo spettacolo, sia in termini di ritmo che di dinamismo. Il premio quale miglior attore non sarebbe potuto sussistere senza l'intelligenza e la creatività di Daniele Gatti - amico, co-autore e collega in questa folle avventura - perché è lui che ha scritto gran parte del copione e del personaggio Sherlock "John" Holmes... ed anche perché la mia parte poteva esistere solamente in opposizione alla sua. Ci tengo, quindi, a considerare questo premio come idealmente assegnato ad entrambi. Ringrazio Flavio Di Domenicantonio, regista, scenografo, attore, organizzatore di questa rassegna, grande personalità e instancabile lavoratore: a lui, e a tutti i suoi colleghi, vanno i miei ringraziamenti e i miei complimenti per il loro spettacolo. Folle al punto giusto. Un ringraziamento grandissimo anche a Emilio Altobelli, l'uomo presente fin dal mio primo spettacolo, e Alessandro Dezi, il fratellone sempre pronto ad assistermi tecnicamente. Grazie anche a Claudio Lanzi, il nostro fotografo che non disdegna affatto di "sporcarsi le mani" qualora ce ne fosse bisogno; e grazie alla giuria del festival per le belle motivazioni che hanno preceduto l'assegnazione dei premi.
Infine, ma non certo per ordine d'importanza, un bacio ad Arianna Rea... indispensabile per dare qualità alla mia vita.
Cd

lunedì 9 giugno 2008

LUI E LEI - SCENE TRAGICOMICHE DI VITA DOMESTICA

Lo spettacolo si basa sull’adattamento di alcuni atti unici, scritti da importanti autori francesi tra la seconda metà del XIX° e l’inizio del XX° secolo: Le Misanthrope et l'Auvergnat (1852) e Le dossier de Rosafol (1869) di Eugène Labiche; Les Boulingrin (1898) e Le paix chez soi (1903) di Georges Courteline. L’atto unico Toutes les femmes de Chevalier, invece, è stato appositamente scritto per questo spettacolo, traendo ispirazione dagli intrecci farseschi di un altro autore francese: Georges Feydeau.
Partendo da questi brevi atti unici - sempre caratterizzati da una forte vena satirica, spesso esilaranti, comunque beffardi verso le incongruenze dell'élite altoborghese parigina del tempo - i partecipanti al laboratorio teatrale hanno dato vita ad una buffa galleria di personaggi, che si contraddistinguono per i loro comportamenti stravaganti, a volte addirittura assurdi, fino alla risoluzione finale del conflitto fra il commediografo Antoine e sua moglie Paulette.
Un GRAZIE di cuore a tutti i ragazzi del laboratorio!

lunedì 17 marzo 2008

PAP! di Daniele Gatti e Claudio Dezi

Il Prof. Gatto Gattovich, improbabile docente e inventore di dubbia genialità, è alle prese con un “grosso” problema che ne condiziona l’esistenza. Realizza, quindi, una macchina del tempo per spostarsi nel futuro e vedere se è stato scoperto un modo per risolvere la questione in maniera rapida e indolore. Durante il viaggio, però, qualcosa va storto e il professore viene proiettato in una realtà spazio-temporale non ben definita, in cui si vede costretto ad interagire con la curiosa materializzazione del suo "doppio"…
Come tutti i viaggi letterari, anche quello del Prof. Gatto Gattovich assume forti connotazioni simboliche. Gattovich incarna l’uomo moderno, la sua superficialità nei rapporti e la difficoltà di comunicazione con i suoi simili. Egli concentra tutti i suoi sforzi nella costruzione di una macchina del tempo – opera potenzialmente rivoluzionaria per l’umanità – e tuttavia il suo scopo non è affatto nobile come si potrebbe supporre. L’evento traumatico, rappresentato dal malfunzionamento della macchina del tempo, obbligherà il protagonista a confrontarsi con la sua metà peggiore; e la sua progressiva, inesorabile presa di coscienza non fa altro che evidenziare la campana di vetro in cui l’inventore ha rinchiuso la sua infelice esistenza.
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno partecipato all'allestimento di questo spettacolo.

mercoledì 31 ottobre 2007

LADRI, MANICHINI E DONNE NUDE

Love, devotion, feeling, emotions. Uso queste parole di Michael Cretu per esprimere al meglio ciò che ha caratterizzato questa ennesima esperienza. Love, perché l'amore (per il teatro e non solo) viene sempre prima di tutto ed è condizione indispensabile affinché si possa affrontare qualsiasi "missione"; devozione, perché - come ricordo sempre ai miei ragazzi - il teatro ti dà il massimo ma pretende il massimo, e l'unica legge che mi sento di chiamare in causa è quella del "massimo sforzo per ottenere il minimo risultato"; intesa, perché senza il giusto feeling, senza la giusta coesione e il giusto "spirito di gruppo" non si va da nessuna parte; e, infine, emozioni: perché di questo si nutre il teatro ed è questo che ci regala ogni volta, in modo sempre diverso.
Grazie di cuore ai ragazzi della CSA, che mi hanno aiutato a capire che un obiettivo va sempre "fissato" e condiviso; che esiste un giusto rapporto fra fini e mezzi e che sono soprattutto le difficoltà a dare valore al percorso intrapreso. Farò tesoro di tutto questo e lo metterò a disposizione degli altri gruppi, con i quali mi appresto ad iniziare una nuova avventura.
Di questo spettacolo - in attesa di qualche replica già in cantiere - ricorderò soprattutto il "cuore", il sentimento che ci abbiamo messo mentre occupavamo lo spazio scenico visibile; ma resterà altrettanto impresso nella mente il ricordo indelebile di tutto ciò che ha caratterizzato lo spazio non visibile: i sorrisi, la preoccupazione, la passione, l'impegno, la concentrazione, la disponibilità, il sudore, gli sguardi, la complicità. Cavolo, questo è teatro. E noi non lo dimenticheremo mai.
Cd

mercoledì 3 ottobre 2007

IN ATTESA...

Poche parole affidate al "mare" di pensieri fra i quali sto affannosamente cercando di non naufragare. Un messaggio in bottiglia, in questo periodo di febbrile attesa. La quiete prima della tempesta. Un piccolo messaggio lasciato nel vuoto dell'oceano (della mente), per poi essere raccolto - chissà quando, chissà dove, chissà da chi - appena la tempesta si sarà finalmente placata.
Questi sono giorni in cui mi sento lontano da tutti. Giorni in cui il bisogno del teatro - di un teatro possibile - torna a farsi sentire, più incazzato di prima. Sono giorni di pensieri e lavoro ininterrotto, di studio e di organizzazione, di speranze e di nuove scoperte. Ma anche giorni di "pressione", di preoccupazione, di alternanza d'umore. Sono giorni in attesa del teatro.
Già, siamo sempre lì: il teatro e poi Claudio, Claudio e poi ancora il teatro. «Ogni stop è solo un altro start», dicevo nel precedente post; ed ecco che da qualche giorno la mia mente è invasa da immagini, colori, idee che si presentano in rapida successione e ben organizzate. Non sono puro caos, come quello che invece, da qualche tempo, regna incontrastato nel mio cuore.
E allora affido alle acque questo messaggio in bottiglia, sperando che qualcuno (oltre me) possa raccoglierlo al termine della nuova avventura che sta per cominciare. Sì, sta per cominciare. Ma non ancora.
Per questo... resto in attesa.
Cd